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Villa De Pasquale
9 Mag

Villa De Pasquale

Una delle più spettacolari ville suburbane di Messina è Villa De Pasquale, recentemente restaurata dalla Soprintendenza e riaperta al pubblico nel 2018.

La Villa che si affaccia sulla via Marco Polo, l’antico Dromo, faceva parte di un esteso latifondo che si estendeva dalle colline fino alla costa ed era collegata alle coltivazioni di agrumi, da cui la famiglia traeva le essenze lavorate nelle strutture produttive annesse al palazzo e tutt’oggi visibili.

La casa è legata alla figura del cavalier Eugenio De Pasquale. Questi a inizio secolo prese in mano le redini dell’azienda di famiglia, attiva già dall’Ottocento. Egli ne ampliò la produzione, dagli agrumi alle essenze da fiori: gelsomini, fiori d’arancio e rose. Inoltre, costruì la residenza e il nuovo stabilimento, esportando prodotti per la profumeria prevalentemente in Francia.

Gusto Neoclassico con suggestioni Liberty

Il progetto è del 1912 e l’edificio, ultimato nel 1930, riflette il gusto estetico del proprietario.

Villa De PasqualeIl villino e il giardino infatti sono un insieme di elementi diversi.

Il cancello in ferro battuto di ispirazione inglese accoglie gli ospiti attraverso un’affascinante ragnatela, intessuta tra colpi di frusta, e il ragno indica la laboriosità della famiglia.

La scalinata immette in una struttura dai numerosi echi neorinascimentali e neoclassici, come si vede nella terrazza balaustrata, nell’impiego di colonne, telamoni, putti e festoni, statue reggicero e fontane.

La villa è affiancata dai corpi di fabbrica con i laboratori per la lavorazione del gelsomino e degli agrumi. All’interno sono conservati strumenti e apparecchiature. Molto suggestivi i macchinari e i registri contabili con documenti che offrono uno spaccato di storia messinese.

 L’arredo e i dipinti

Gli arredi interni sono in parte rimasti quelli originali, il visitatore è inevitabilmente colpito dai dipinti che adornano le sale sia sulle pareti che sui soffitti, copie di opere di Annibale Carracci, Pietro da Cortona e Paolo Veronese.

Affascinante il ritratto della famiglia, dove Eugenio De Pasquale e i suoi cari sono raffigurati intorno alla fontana circolare del terrazzino, opera di Michele Amoroso.

Anche i soffitti del piano superiore riflettono il gusto arcaizzante del padrone di casa. Tre pannelli della magnifica terrazza sullo Stretto sono infatti stati dipinti da Salvatore De Pasquale riproponendo celebri opere di Tiziano Vecellio, l’Amor profano, la Venere di Urbino, e di Rubens, il Giudizio di Paride.

La scelta di mostrare modelli dell’arte del passato, in un momento in cui nel mondo si affermano le avanguardie, non deve essere interpretato come sintomo di una mancanza di aggiornamento alle istanze artistiche coeve ma rientra in un progetto ben preciso.

La famiglia di imprenditori vuole evocare bellezza, creando un’atmosfera raffinata ed elegante e alla portata di tutti. Intende mostrare i grandi capolavori conservati nei musei a chi non ha la possibilità di accedervi. Allo stesso tempo vi si deve però leggere l’ostentazione della classe emergente che vuole mostrare la propria ricchezza e potere. In ogni caso il gusto artistico riflette sempre l’orientamento del cavalier De Pasquale, collezionista e raffinato bibliofilo.

Costanza Rizzo

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