Casalvecchio Siculo

Dalle terrazze di Casalvecchio Siculo, arroccato a 420 m s.l.m. sulle falde del monte Sant’Elia, si ammira uno scorcio di panorama che abbraccia lo Stretto di Messina fino alla costa calabrese, dal monte Etna al paesaggio di Savoca. Ma guardando al paese ci si meraviglia ancor di più per il prezioso borgo medievale, dalle viuzze che si susseguono e intersecano tra le architetture spagnole e arabe.

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L’origine del paese è molto antica: in epoca bizantina era chiamato “Palachorion” (palaion-korion), “vecchio casale” come è documentato in un atto aragonese del 1351. Poi denominato in latino “Rus Vetus”, sotto la dominazione araba prese il nome di “Calatabieth”, per poi divenire Casalvecchio Siculo. Dall’XI al XVIII secolo Casalvecchio fu sotto la giurisdizione della vicina Savoca, da cui conquistò l’autonomia nel 1795.

Visita guidata di  Casalvecchio Siculo

Numerose le chiese da visitare come la chiesa madre dedicata a Sant’Onofrio. Il suo culto risale ai tempi di Ruggero II, è stata ricostruita nel XVII secolo, posta trasversalmente rispetto alla struttura medievale.

  • La facciata è in stile barocco;
  • il portale maggiore settecentesco svetta per le sue colonne;
  • il pavimento originale barocco è composto da marmi policromi con disegno geometrico;
  • di notevole pregio il soffitto in legno a cassettoni con mensole a cariatidi.

All’interno si possono ammirare quindi:

  • vari altari in marmo del ‘600 e del ‘700:
  • la tela raffigurante l’Adorazione dei Magi di Gaspare Camarda (1626);
  •  una cinquecentesca statua lignea di Sant’Onofrio.

Una seconda statua raffigurante Sant’Onofrio è conservata nel vicino museo parrocchiale. E’realizzata in argento ad altezza d’uomo dall’orafo messinese Giuseppe Aricò nel 1745.

Santi Pietro e Paolo d’Agrò

Nella vallata del fiume Agrò, subito fuori dal paese, si erge l’incredibile chiesa dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò. Miracolo di architettura religiosa normanna, un unicum nella storia dell’arte mondiale. La costruzione originaria risalirebbe a circa il 560 d.C., mentre la struttura attuale risale al 1117. L’opera fu voluta dal normanno Ruggero II su richiesta del monaco Gerasimo che ne divenne il primo abate. Fu poi definitivamente ristrutturata nel 1172 ad opera del capomastro Gherardo il Franco, come si legge in un’epigrafe incisa sull’architrave del portale maggiore.

La chiesa è il risultato armonico della commistione di diversi stili architettonici intrecciatisi nel tempo:

  • lo stile bizantino, evidente nella policromia delle membrature e nei capitelli;
  • lo stile arabo, nelle due cupole e nel sovrapporsi di archeggiature che sorreggono le cupole;
  • quello normanno, riconoscibile nello schema planimetrico a tre navate e nelle torri che fiancheggiano l’ingresso.

L’opera muraria esterna è caratterizzata dalla combinazione di fasce di mattoni, pietra arenaria, calcare e pietra lavica. Decorazioni a lesene e  arcature  si incrociano lungo le superfici perimetrali.

Casalvecchio Siculo vanta la presenza di una delle più antiche chiese della zona: la Chiesa di San Nicolò che si può far risalire al Quattrocento.

Una visita guidata con Guide Turistiche Messina vi permetterà perciò di apprezzare a pieno queste meraviglie.

Cosa vedere a Casalvecchio Siculo
  • Chiesa dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò
  • Chiesa madre
  • Chiesa della Santissima Annunziata
  • Chiesa di San Teodoro Martire
  • Chiesa di San Nicolò
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