La raccolta delle olive: una domenica d’autunno in Sicilia
In autunno puoi trascorrere una domenica dal sapore antico grazie alla raccolta delle olive. Dove? In Sicilia.
Stendere le reti sotto gli alberi, scuotere le chiome cariche di olive, tagliare i rami più alti, quindi sollevare le reti, versare il contenuto nelle cassette e portarlo al frantoio.
Sembrano pochi gesti, ma in Sicilia la raccolta delle olive è un rito dal sapore arcano, che si tramanda di padre in figlio. L’olivo è vita, è frutto che si fa olio, è la sintesi di mesi di lavoro, di scelte, di attese, di gioia nel vedere i primi germogli e di speranza di una buona resa.
Tutti a raccogliere le olive
La potenza di questo rito si manifesta già da ottobre, quando i primi gruppi di coltivatori giungono agli oleifici con i loro carichi preziosi. Non solo grandi proprietari terrieri, ma anche possessori di piccoli appezzamenti stanno avendo un atteggiamento più consapevole nella cura dei terreni e quindi nella produzione di questo liquido, brillante come l’oro.
Negli ultimi anni, inoltre, la passione per la terra sta contagiando anche un nuovo pubblico: da un lato molti giovani investono risorse e competenze su un’agricoltura ecosostenibile, dall’altra diversi stranieri comprano terreni trascurati dai siciliani e li risanano, puntando sulla qualità dei prodotti a chilometro zero.
Nei weekend autunnali le campagne dell’isola cominciano a popolarsi di famiglie che, insieme ad una brigata di amici, percorrono questo rito della raccolta in ogni sua fase. La stesura della rete spetta ai più volenterosi, perché bisogna sistemarla sotto la chioma e vicino alle radici del tronco, affinché nessuna oliva possa sfuggire. Gli “sportivi” del gruppo salgono sulle scale di legno per raggiungere i rami più alti; i ragazzi con lo scuotitore elettrico e l’abbacchiatore sbattono i rami, mentre la maggior parte della compagnia “pettina” i rami più bassi con dei rastrelli, un tempo chiamati manuzze dai contadini. Le olive cadono lentamente nei teli mentre i bambini giocano, cantano e si rincorrono tra gli alberi. Gli anziani siedono ai margini della rete – dove si accumulano i panari già colmi – e si apprestano a dividere le olive dalle foglie.
Una volta defogliato, a mano o meccanicamente, il carico è pronto per andare al frantoio.
Dopo la raccolta
Il pater familias vi giunge accompagnato da un ristretto gruppo che aiuta scaricare le casse di olive, e che poi interverrà per prendere i contenitori di olio. Si aspetta in silenzio il proprio turno e quindi, finalmente, inizia il processo:
- pesata
- lavaggio
- frangitura
- gramolatura
- estrazione per centrifugazione
- separazione dell’olio dal mosto di olio.
Negli occhi di chi aspetta c’è l’ansia, la curiosità, la fatica; coltivare la terra è un lavoro duro, che necessita impegno costante, sacrificio e sudore, ma quando alla fine si scorgono le prime gocce di olio tutto lo sforzo scompare e la soddisfazione riempie i volti.
Orgoglioso del bottino, il gruppo torna dagli amici per festeggiare insieme con i calici traboccanti di vino rosso, la grigliata di carne e il pane caldo condito con l’olio nuovo.
Katia Giannetto
