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La manna
3 Gen

La manna

Quando si dice manna si pensa subito alla sostanza che Dio fece scendere dal cielo per nutrire il popolo ebraico nel deserto dopo la fuga dall’Egitto.

In realtà, si tratta di una resina che si estrae dal frassino e un tempo era molto più diffusa rispetto ad  oggi. I greci e i romani la conoscevano col nome di miele di rugiada, ma gli arabi già dal nono secolo ne introdussero la coltivazione importando il frassino in Sicilia.

Cenni storici

La manna da frassino è citata per la prima volta dal vescovo di Messina nel 1080. Nel 1600 il frassino da manna era molto diffuso sia nell’Italia centro – meridionale sia in quella insulare. Soltanto a partire dal 1700 il frassino da manna in Sicilia produce la manna migliore. L’albero è coltivato maggiormente nei territori collinari del Parco delle Madonie e lungo la costa Tirrenica, grazie alle elevate temperature alle scarse escursioni termiche e alla bassa umidità dell’aria fornisce quest’ottima risorsa. Sfortunatamente intorno al 1950 fu immessa sul mercato la mannite, ottenuta dai sottoprodotti degli zuccheri. Così, la coltura subisce una diminuzione. Oggi il frassino si trova principalmente in un’area di circa cento ettari nei territori dei comuni di Castelbuono e Pollina nella provincia di Palermo.

La produzione

La manna guide turistiche messinaLa manna si estrae da due specie di frassino, ornus ed augustifolia. Viene prodotta da metà luglio fino a metà settembre. Mentre nel passato la raccolta si effettuava ogni settimana, oggi avviene ogni due giorni e viene classificata in base al metodo di raccolta.

Ci sono diverse qualità:

  • cannolo, la più pregiata e pura, si ottiene incidendo la corteccia e ponendo una piccola lamina d’acciaio sotto l’incisione alla quale viene legato un filo di nylon. Questo sistema consente di ottenere dei cannoli lunghi e quasi totalmente privi di impurità.
  • rottame, raschiata dal tronco, costituita dalla linfa che scorre lungo la corteccia. Si stacca con la rasula (una particolare spatola) e si raccoglie in una scatola di latta.
  • in sorte, formata dalla linfa che si accumula nelle pale di ficodindia o nei cocci appositamente predisposti alla base del tronco dell’albero.

L’uso della manna

Veniva usata come blando lassativo e bevanda rinfrescante per bambini. Oggi si utilizza nella cosmesi per creme, shampoo, bagnoschiuma. In farmacia si utilizzano tutte le parti della pianta per curare diverse patologie come: gastrite, bronchiti croniche, laringiti e tonsilliti. In gastronomia si utilizza molto nella pasticceria in torte, biscotti, gelati, budini e altre specialità dolciarie, alcuni chef hanno iniziato a introdurla anche nei loro piatti.

Oggi i raccoglitori sono riuniti nel Consorzio Obbligatorio Produttori della Manna, che fa parte di un Presidio Slow Food, sostenuto dalla Regione Sicilia. L’obiettivo è il miglioramento della tecnica di raccolta, l’aumento della quantità di manna pura e l’incremento del valore commerciale a beneficio dei coltivatori.

Dal 1986 si svolge la Sagra della Manna a Pollina dove nel 2011 è nato il Museo della Manna. Inoltre, è stato istituito il Museo Etnoantropologico della Manna per ammirare gli strumenti significativi dell’attività artigiana e contadina che servono alla raccolta.

Giovanna Pischedda

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