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ricostruzione Messina
19 Gen

Una mostra sulla Ricostruzione di Messina

Dall’Archivio Storico della Soprintendenza sono stati selezionati carteggi, fotografie ed elaborati grafici legati alla Ricostruzione messinese per allestire una mostra ispirata ai 113 anni dal terremoto del 1908. La mostra ha il titolo: Laboratorio ideale Come l’Araba Fenice: Messina e il Laboratorio della Rinascita, carteggi e progetti di Messina tra passato, presente e futuro.

ricostruzione messinaL’ex cappella del Buon Pastore è la sede delle esposizioni d’arte della Soprintendenza BB CC AA di Messina, ospitata nell’Istituto adiacente. La chiesetta, dal soffitto a botte, conserva le decorazioni pittoriche di Michele Amoroso e lungo la navata espone in modo permanente la collezione archeologica della Soprintendenza.

La mostra

La scelta del titolo esprime l’idea di un “Laboratorio di pensiero” da parte degli attori della Ricostruzione, i soprintendenti dell’epoca, Antonio Salinas e Francesco Valenti. La prima parte della mostra è dedicata a ritrovamenti e scavi archeologici. Delinea l’avvio dello scavo sistematico iniziato dal momento in cui i cantieri edilizi riportarono alla luce ritrovamenti inaspettati, edifici e necropoli. La figura di rilievo fu Paolo Orsi, determinante per equilibrare le esigenze della ricostruzione con quelle della tutela.

Monumenti perduti e recuperati

La seconda sezione è dedicata ai monumenti perduti. Erano talmente danneggiati da non essere più ricostruiti. Le fotografie mostrano l’attività per smontare interi edifici, come la chiesa di San Giovanni Battista (il cui portale si trova oggi al MuMe). Segue la parte dei monumenti recuperati, tra cui la chiesa di san Francesco all’Immacolata, quella dei Catalani, il duomo, che documentano le diverse metodologie di recupero e riedificazione.

La sezione su monumenti itineranti mette in rilievo edifici, fontane, chiese che, a causa delle nuove scelte urbanistiche, vennero spostati in altri luoghi. Tra queste carte si nota l’inedita proposta di trasferire il monumento a don Giovanni d’Austria dietro le absidi del duomo. L’ultima sezione descrive le nuove costruzioni, gli edifici progettati ex novo, spesso inglobati in contesti monumentali o al posto di altri palazzi demoliti.ricostruzione messina

L’antinomia tra ricostruzione e tutela

I carteggi e le fotografie in mostra fanno luce su una serie di aspetti inediti. Inoltre, si nota come in quegli anni si sia scelto di sacrificare gran parte del patrimonio storico architettonico in favore di una riedificazione rapida.

Singolare il caso del nuovo edificio della Prefettura attorno al quale ruotano due storie che si intrecciano.

Ricostruire e salvaguardare il patrimonio

Il progetto dell’architetto Bazzani prevedeva la demolizione dell’intero isolato per la realizzazione del nuovo palazzo; in questo contesto si inserisce l’immensa figura di Paolo Orsi, che indaga quella stessa area su cui ricade una porzione della necropoli settentrionale della città. Da alcune missive, inoltrate dall’archeologo all’Ispettore onorario Scavi e Monumenti Pasquale Mallandrino, si evidenzia l’esigenza di scavare e documentare la mole di materiali emersi e la necessità di modificare il progetto per salvaguardare gli edifici sepolcrali monumentali. Questo documento denota un evidente stato di tensione fra il Genio Civile, che supportava una ricostruzione frettolosa, e la volontà di alcuni uomini illuminati di salvaguardare storia e patrimonio archeologico della città.

La chiesa di San Giovanni di Malta

Dallo stesso contesto del palazzo prefettizio emerge un altro dibattito legato ai resti superstiti della chiesa di San Giovanni di Malta, su cui il nuovo fabbricato sarebbe stato sovrapposto quasi interamente. L’esigenza legata alla singolare storia del monumento, permise di trovare un compromesso mantenendo parti originali del monumento e allo stesso tempo sacrificandone altre. Si ricorda che sul monumento si permeava il culto dei santi martiri Placido Flavia Eutichio e Vittorino.

I cittadini di Messina

La mostra fa infine emergere le figure di personaggi commoventi. Custodi e semplici cittadini furono coinvolti nel recupero, così possiamo capire quanto fu tolto alla città e la fatica di coloro che lottarono per salvare e custodire la bellezza racchiusa in quelle macerie.

Un plauso alla Soprintendenza BB CC AA di Messina, in particolare a coloro che hanno curato, allestito e promosso questa splendida mostra, dalla Soprintendente, architetto Mirella Vinci, ai suoi collaboratori tutti, impegnati con la con la loro ricerca a promuovere tutelare e conservare storia e patrimonio della città.

Costanza Rizzo e Sonia Fazio

Per un video sull’argomento https://www.youtube.com/watch?v=r7k2DTXSEOA

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