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22 Apr

Il Grand Tour

La Sicilia del Grand Tour

Nella seconda metà del ‘700 si assiste alla nascita di forme di turismo elitario che, sotto forma di viaggi di formazione ma in special modo alla ricerca della grecità di un tempo, pongono il Mediterraneo al centro di questi flussi turistici. E’ questo il Grand Tour. E’ in questo quadro che la Sicilia diventa meta privilegiata per viaggiatori illustri quali Johann Wolfgang Goethe, Jean Houel, Samuel Taylor Coleridge, Guy de Maupassant, Richard Wagner e molti altri ancora.  Il fascino che l’isola esercitava su artisti e intellettuali era basato sulla convinzione che, in quella terra posta al centro del Mediterraneo, avrebbero trovato un concentrato di tutte le culture che stavano alla base della civiltà occidentale da quella greca a quella romana e poi bizantina, araba e normanna. Così le mete più visitate erano Messina, l’Etna con le emozioni forti che la risalita al cratere suscitava, le città come Siracusa e Agrigento, dove indelebile era l’impronta lasciata dall’ellenismo, e Palermo con la sua ricca eredità arabo-normanna. Meta privilegiata era anche Taormina nella quale Goethe soggiornò rimanendo incantato dalla vista che si godeva e si gode ancora dall’alto della cavea del suo teatro antico.

«L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto» […] (J.W.Goethe, “Viaggio in Italia”, 1817)

Anche Jean Houel, pittore vedutista francese, ne era rimasto affascinato durante il suo personale Grand Tour che lo avrebbe portato a restare in Sicilia per ben tre anni dal 1776 al 1779. Nel corso di questo viaggio il pittore dipingerà oltre 200 tavole raccolte poi in quattro volumi dal titolo Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malta et de Lipari, testimonianza fra le più importanti di questo turismo ante litteram del tardo Settecento.

La Sicilia e il Grand Tour - GTM

Ai primi di Novembre del 1881 era invece approdato a Palermo il compositore Richard Wagner al quale il medico aveva consigliato un soggiorno mediterraneo. Il musicista si trattenne per circa sei mesi in Sicilia, completando durante la permanenza a Palermo presso l’Hotel des Palmes quella che sarebbe stata la sua ultima opera: Parsifal. Ma l’itinerario wagneriano si snodò attraverso le tappe più consuete per i viaggiatori stranieri, tra Acireale, Catania, Taormina e Messina dalla quale la famiglia Wagner al completo ripartì per il continente. Il famoso ritratto che Renoir fece del compositore, esposto attualmente alla Gare d’Orsay, fu realizzato in soli 35 minuti dal pittore francese venuto a Palermo proprio per realizzarlo, sempre presso l’Hotel des Palmes.

Il catalogo dei viaggiatori illustri che hanno intrapreso questo Grand Tour, e che sono rimasti affascinati dalla Sicilia è ovviamente molto lungo, ma ciò che nei secoli questi viaggiatori hanno cercato nell’isola è quel qualcosa di opposto da sé, alla scoperta di un altro, come a volere svelare cosa si nasconde dietro. Che poi dall’interazione tra Siciliani e Nordeuropei (i più soggetti al fascino isolano) siano spesso scaturite interessanti reazioni chimiche è una logica conseguenza di tutto ciò. Caterina De Simone

 

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